Sono oggetto di un nuovo provvedimento disciplinare avviato dalla vice presidente nazionale dell’UICI, Linda Legname, che appare proprio un tentativo di eliminare lo scrivente dalla vita associativa.
Nel deferimento, che potrete leggere a conclusione del presente scritto, la deferente esprime giudizi di valore morale e non credo che questo sia il compito di una dirigente associativa.
Io ho utilizzato termini forti ma erano rivolti agli atteggiamenti delle due persone che avevo davanti a me.
La presidente e la vice presidente dell’assemblea hanno dimostrato poco rispetto per i presenti tanto da suscitare la protesta di una signora vedente che accompagnava il marito cieco.
Comunque, tra me e la signora Legname vi era stato un precedente che aveva provocato, su mia richiesta, una censura per lei da parte dei probiviri.
La signora mi aveva offeso pesantemente e io avrei potuto e forse dovuto adire le vie legali.
Io però penso che le questioni si risolvono con le discussioni e il dialogo ma il dialogo può essere realizzato se gli interlocutori non sono faziosi o in mala fede.
Credo che chi leggerà fino in fondo tutti gli allegati a questo articolo potrà farsi un giudizio compiuto.
Al Presidente del Collegio dei Probiviri dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti
E p.c.
Al Segretario Generale UICI
Oggetto: Deferimento del socio sig. Massimo Vita per comportamenti e gesti aggressivi e linguaggio volgare nei confronti della Vice Presidente Nazionale Linda Legname in occasione dell’assemblea ordinaria dei soci di Siena del 21 Aprile 2024
Signor Presidente, signori componenti del Collegio dei Probiviri,
la sottoscritta socia effettiva Linda Legname, nata a xxxxxxxxxx residente a xxxxxxxxxxx, iscritta presso la sezione UICI di Caltanissetta, la quale ricopre attualmente il ruolo di Vice Presidente Nazionale, si rivolge a Lei e all’intero Collegio dei Probiviri, costretta a deferire il socio Massimo Vita, per comportamenti e gesti aggressivi, accompagnati da un linguaggio volgare e inappropriato, adoperati nei confronti della sottoscritta mentre era nel pieno esercizio di ben precise funzioni associative nella duplice veste di Vice Presidente nazionale e di Presidente dell’assemblea dei soci di Siena, nel corso della quale i fatti si sono verificati.
Tali gesti e atteggiamenti, infatti, ledono in modo grave la mia dignità, in quanto persona e donna, oltre a offendere e screditare il valore istituzionale della carica associativa da me ricoperta.
Di seguito una sintetica ricostruzione dei fatti che danno origine al presente deferimento.
Nella giornata di domenica 21 Aprile 2024, su delega del presidente nazionale, mi sono recata all’Assemblea ordinaria dei soci di Siena.
Ad accogliermi, una ventina di soci con gli accompagnatori, il Presidente della sezione Massimo Vita, la vice Presidente Lucia Pecorelli e la segretaria Martina Giunti.
Alle 09:30 il Presidente Massimo Vita dà inizio ai lavori dell’assemblea, proponendone quale Presidente la sottoscritta, come Vice Presidente Elena Ferroni e come segretaria Martina Giunti.
Assunta la Presidenza dell’Assemblea, ho proceduto a trattare i punti all’ordine del giorno.
Dopo l’approvazione della relazione e del bilancio 2023, si apre un dibattito nel quale, in maniera ordinata passo la parola ai soci. Ognuno di loro esprime la sua opinione sulla politica associativa, sulle vicende relative a un deferimento nei confronti del Presidente Massimo Vita e su problemi relativi ai semafori della città di Siena.
Per ultimo chiede la parola e la ottiene il Presidente Massimo Vita il quale, in tono sprezzante, ricostruisce le tappe del suo percorso associativo, menzionando e accusando persone non presenti, apostrofandole con aggettivi offensivi.
Già in questa fase, quindi, sono costretta a chiedere più volte a Massimo Vita di moderare il tono e il linguaggio nel corso del suo intervento.
I lavori procedono e passo la parola alla Vice presidente dell’assemblea Elena Ferroni. Appena Elena inizia il suo intervento, Massimo Vita interviene a voce alta e adirata, interrompendola e apostrofandola dinanzi all’intera assemblea con la parola “ipocrita”.
Ancora una volta sono costretta a raccomandare a Massimo Vita di mantenere un atteggiamento adeguato e un comportamento tranquillo. Nel farlo, gli appoggio delicatamente la mano sul braccio.
Massimo Vita, per tutta risposta, mi afferra nervosamente il polso con la sua mano libera e respinge la mia mano con sgarbato gesto di violenza, sradicandola dal suo braccio dove l’avevo appoggiata. Nel contempo scatta in piedi e indirizza nei miei confronti la seguente frase, udita da tutti i partecipanti all’assemblea in presenza e a distanza: “No. Lasciami in pace per favore, non rompere le palle!”.
Nel pieno esercizio della mia funzione di presidente dell’assemblea, sempre mantenendo la calma, invito Massimo Vita a rimanere seduto e lasciar parlare gli altri, senza interrompere nessuno.
Al contrario, in totale disprezzo della mia indicazione in quanto presidente dell’assemblea, Massimo Vita si allontana dal tavolo della presidenza. lasciando nervosamente e platealmente la sala, mentre continua a inveire ad alta voce con parole incomprensibili.
Da me sollecitato a rientrate per il voto per una votazione nel corso della procedura di voto, interrompeva ripetutamente con grida e tono di prepotenza battendo il pugno sul tavolo.
Al termine dell’assemblea, sempre in spirito conciliativo e nell’intento di ottenere un clima di serena amicizia tra i soci, torno a parlare in via privata con Massimo Vita, richiamandolo alla opportunità di evitare toni aggressivi di scontro e di controllare parole, gesti e atteggiamenti, facendo appello anche alla sua posizione di presidente sezionale e di “uomo di Associazione” da lungo tempo.
Per tutta risposta, il signor Vita mi dice quanto segue: “io dico quel cazzo che voglio”.
Tutto quanto premesso e considerato, chiedo rispettosamente al Collegio che sia valutata la condotta del socio Massimo Vita, a mio avviso meritevole di sanzione da parte di codesto onorevole Organo di disciplina interna che invoco qui a tutela della mia onorabilità di persona, di donna e di detentrice di carica associativa apicale nell’ambito dell’UNIONE, nonché di presidente dell’assemblea della sezione.
Nel comportamento e nei gesti del sig. Vita, infatti, non soltanto è stata offesa l’integrità fisica della mia persona; non soltanto è stata lesa la mia dignità umana, ma è stato ferito in modo molto grave il profilo istituzionale e associativo di una carica apicale quale la vicepresidenza nazionale, con l’aggravante che proprio quel profilo era nel pieno dell’esercizio della funzione associativa al momento di svolgimento dei fatti, poiché stavo appunto presiedendo l’assemblea della sezione della quale, tra l’altro, lo stesso Massimo Vita è presidente, dunque principale esponente e rappresentante legale.
Sono a confidare, pertanto, che il Collegio dei probiviri voglia tutelare adeguatamente la persona e la dignità umana della Vice Presidente, il profilo istituzionale della carica ricoperta e, di riflesso, l’immagine dell’intera Associazione, tanto vilipesa e vituperata dalle parole, dai gesti e dai comportamenti del deferito, adottando la sanzione disciplinare che riterrà di giustizia, come previsto dal nostro Statuto (art. 9 commi 4, 5, 6 e 7), con l’aggravante del maggior rigore, poiché trattasi, come detto, di dirigente di rilievo in ambito sezionale e non solo.
Con l’occasione, nella serena attesa che il Collegio vorrà valutare i fatti esposti secondo giustizia, porgo cordiali saluti.
In allegato:
1) file audio dei momenti sopra descritti;
2) estratto verbale assemblea dei soci Siena del 21 Aprile
Linda Legname
Di seguito due documenti significativi: